Ciao, nei giorni scorsi abbiamo avuto modo di riflettere molto grazie ai ragazzi e alle ragazze dei nostri progetti di accoglienza. Può, secondo te, la storia essere uno strumento di unione? Se ci pensi, forse serve proprio a questo avere memoria, ricordare, non dimenticare. Studiando la storia ti accorgi che chi immagini lontano, diverso da te, in fondo non lo è poi così tanto. Se analizzi il corso degli eventi, ti accorgi che ciò che siamo oggi lo dobbiamo a chi è stato prima di noi, alle persone, ai popoli che nei secoli si sono susseguiti e spostati di luogo in luogo. Lo dobbiamo a una serie di contaminazioni di lingue e culture diverse, come fossero i mattoncini con cui è costruita la nostra identità. Moussa ama la storia. Gli piace conoscere, scoprire, scendere in profondità.È anche molto curioso. Ad esempio, ha sempre voluto conoscere il nostro Appennino. La sua passione ci ha spinti, poche settimane fa, a uscire alla scoperta dell’Appennino modenese, con i nostri operatori e operatrici, insieme a lui e agli/lle altri/e ragazzi/e dei progetti di accoglienza. È stato straordinario. |
Una parte del gruppo insieme alle/i operatrici/ori. |
Siamo partiti dal Castello di Monfestino e abbiamo proseguito giungendo fino alle cascate del Bucamante, un luogo meraviglioso che ci ha donato momenti di bellezza, pace, serenità. Di storia in questi luoghi se ne respirava parecchia. Abbiamo esplorato e conosciuto a fondo il territorio che ci ospita. Il volto di Moussa splendeva di gioia, così come quello di tutti/e i/le ragazzi/e. Uno scatto dalle cascate del Bucamante. Come Odina e Titiro, dalla cui storia d’amore la cascata prende il nome, ci siamo tuffati in questa avventura con la voglia di esplorare, ammirare, conoscere e amare. Ma contrariamente a loro, ne siamo usciti più vicini e con uno sguardo nuovo con cui guardare al mondo. A presto. |